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Trasporto pubblico, arriva la detrazione Irpef

Nella dichiarazione dei redditi si potrà detrarre il 19 per cento delle spese sostenute nel 2018 per l'acquisto di abbonamenti a autobus, tram e treni. Per informazioni e consulenze, i Caaf della Cgil sono sempre a disposizione dei contribuenti

Con la legge di bilancio 2018 è tornata, dopo una decina d’anni d’assenza, l’agevolazione fiscale Irpef sugli abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. Con la dichiarazione dei redditi 2019 è possibile detrarre un importo pari al 19 per cento delle spese sostenute nel 2018 per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico, indipendentemente dal periodo di validità dello stesso. Ad esempio: è possibile detrarre la spesa per un abbonamento acquistato nel mese di luglio 2018, con validità dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019.

La detrazione è calcolata su un importo complessivamente non superiore a 250 euro, con un beneficio fiscale dunque di 47,50 euro, spettante anche se le spese sono sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico. È bene ricordare subito che per poter usufruire di questa detrazione, come di tutte le agevolazioni fiscali legate alla dichiarazione dei redditi, ci si può rivolgere a un Caaf Cgil che, oltre a garantire l’assistenza alla compilazione del 730, potrà fornire tutte le informazioni sul beneficio fiscale e sulla documentazione necessaria per poterne fruire in dichiarazione.

Una precisazione fondamentale va fatta sul limite massimo dei 250 euro, che va riferito alle spese sostenute dal contribuente “cumulativamente” per l'abbonamento proprio e dei familiari a carico. L’importo di 250 euro costituisce il limite massimo di spesa ammesso alla detrazione per ogni singolo abbonato: pertanto, anche se il costo dell'abbonamento è suddiviso tra più soggetti, ad esempio nel caso di genitori che sostengano la spesa di 700 euro per l'abbonamento del figlio a carico, l'ammontare massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione (da ripartire in questo caso tra i genitori) non può superare i 250 euro.

Un altro esempio per essere chiari: un genitore-contribuente ha speso 950 euro per il proprio abbonamento ferroviario, il figlio (fiscalmente a carico dei genitori) ne ha spesi 350 per il proprio abbonamento a tram e autobus. Il genitore-contribuente detrae 250 euro per il proprio abbonamento, mentre l’altro genitore, ovviamente se ricorrono le condizioni, può detrarre 250 euro per l’abbonamento del figlio a carico, annotando sul documento di aver sostenuto la spesa al 100 per cento.

Cosa si intende per “abbonamento”? È il “titolo di trasporto” che consente di poter effettuare un numero illimitato di viaggi, per più giorni, su un determinato percorso o sull’intera rete, in un periodo di tempo specificato. La detrazione, di conseguenza, spetta per le spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti che implicano un utilizzo “non episodico” del mezzo di trasporto pubblico.

E ancora: cosa s’intende per “servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale”? Sono i servizi adibiti al trasporto di persone, ad accesso generalizzato, resi da enti pubblici o da soggetti privati affidatari del servizio pubblico sulla base di specifiche concessioni o autorizzazioni da parte di soggetti pubblici. In altri termini: stiamo parlando di qualsiasi servizio di trasporto pubblico, a prescindere dal mezzo di trasporto utilizzato, che operi in modo continuativo o periodico all’interno di una regione o di più regioni, con itinerari, orari, frequenze e tariffe prestabilite.

È utile, in via di conclusione, anche evidenziare i casi in cui non è possibile usufruire della detrazione Irpef. Questa non spetta per l’acquisto sia di titoli di viaggio che abbiano una durata oraria, anche se superiore a quella giornaliera (ad esempio: i biglietti a tempo valevoli per 72 ore), sia delle cosiddette “carte di trasporto integrate”, ossia quelle carte che includono anche servizi ulteriori rispetto a quelli di trasporto (ad esempio: le carte turistiche, che oltre all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici consentono pure l’ingresso a musei o spettacoli). Ultima annotazione importante: non è possibile indicare la detrazione nella dichiarazione dei redditi se la spesa sostenuta per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico è stata già rimborsata dal datore di lavoro.