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Rischio interruzione per l'Isee, i Caf scrivono all'Inps

La Consulta nazionale dei Centri di assistenza fiscale ha iniziato il percorso che potrebbe portare al blocco delle pratiche. "Il tempo degli avvertimenti è terminato” affermano i coordinatori Massimo Bagnoli e Mauro Soldini: "Ora l'Istituto intervenga"

La Consulta nazionale dei Caf ha iniziato il percorso che potrebbe portare al blocco delle dichiarazioni Isee. “I soci della Consulta – si legge nella lettera inviata oggi (martedì 3 ottobre) al presidente dell’Inps Tito Boeri – hanno unanimemente deciso che al raggiungimento delle 5,1 milioni di Dsu inviate all’Istituto, comunicheranno all’Inps, via Pec, la risoluzione della convenzione”. Una lettera molto cortese nei toni, ma altrettanto determinata nei contenuti.

L’Assemblea della Consulta nazionale ha espresso all’unanimità una decisione che rischia di creare un vero e proprio blocco delle esenzioni e delle riduzioni dei pagamenti previsti dalla pubblica amministrazione per i cittadini. “Oramai il tempo degli avvertimenti è terminato” affermano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta nazionale dei Caf: “Tra pochi giorni tutti i Centri di assistenza fiscale italiani potrebbero sospendere il servizio della compilazione delle dichiarazioni per l’Isee, se non verrà assicurato il pagamento di tutte le Dsu elaborate e trasmesse dai Caf all’Istituto nel corso del 2017. Poiché, dalle nostre valutazioni, supereremo il numero delle dichiarazioni stabilito con l’Inps, non possiamo assumercene il costo essendo un servizio gratuito per il cittadino”.

La sorpresa è molta tra i dirigenti dei Centri: a un aumento delle esenzioni e dell’attenzione del governo alle fasce più deboli, nei fatti non corrisponde una eguale sensibilità da parte dell’Istituto. “Finora ci sono state proposte soluzioni immaginifiche – proseguono Bagnoli e Soldini – che allontanano il superamento del problema. Siamo l’unico insieme di strutture diffuse su tutto il territorio nazionale, apprezzati e competenti. Siamo conosciuti e le nostre sedi hanno un rapporto oramai personalizzato con i cittadini: non può essere un problema di risorse a bloccare un servizio così importante”.

“Non vogliamo deludere i cittadini che, prima di essere utenti, sono persone. Hanno bisogno, proprio per questo genere di servizi, di molta discrezione e di qualcuno di cui fidarsi e con il quale hanno già un rapporto di conoscenza e di rispetto” concludono i due coordinatori nazionali dei Caf: “Cosa sarà quando, a dicembre, centinaia di migliaia di famiglie, le meno abbienti, potranno presentare la domanda per il reddito d’inclusione per il quale è, ovviamente, prevista la dichiarazione Isee?  A chi si rivolgeranno?”. Una domanda che resta sospesa e senza risposta. La Consulta nazionale dei Caf farà ancora “quanto in suo potere per dare agli Italiani una risposta e, soprattutto, si augura lo faccia l’Inps”.