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Nuovo Isee, i Caf in prima linea

Dal 1° marzo prossimo partirà la sperimentazione dell’Indicatore “pre-compilato”. Per il coordinatore nazionale della Consulta Mauro Soldini "il ruolo dei Centri di assistenza fiscale a supporto della famiglie sarà sempre più efficace e capillare"

Anche per l’Isee si annuncia una nuova stagione. Dal 1° marzo prossimo partirà la sperimentazione dell’Indicatore “pre-compilato” (come già avviene per il 730): durerà sei mesi, per divenire effettiva dal 1° settembre 2018. “Ci sarà tempo per sciogliere alcuni nodi legati alla privacy, per collaudare e correggere gli eventuali errori, e sarà articolata in vari step”: così Raffaele Tangorra, responsabile della Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali del ministero del Lavoro, nel corso della giornata seminariale organizzata martedì 21 novembre a Roma dal Consorzio nazionale dei Caaf Cgil, precisando che “in quei sei mesi il contributo dei Caf sarà fondamentale per il buon esito dell’operazione”.

L’Isee, ha spiegato, nasce “come una misura di equità sociale. L’accesso alle prestazioni sociali, basandosi sul solo strumento reddituale, generava iniquità: con l’Indicatore la situazione è migliorata molto, perché è uno strumento che garantisce la sostenibilità e le possibili evoluzioni del welfare”. Il suo percorso, però, non è stato così facile. “All’inizio i cittadini si ‘dimenticavano’ di introdurre alcune informazioni importanti” continua Tangorra: “Un esempio? Tanti affermavano di avere un patrimonio mobiliare pari a zero, soprattutto nel Mezzogiorno, oppure di non possedere un conto in banca. Oggi chi fa queste dichiarazioni è solo il 5 per cento, un dato assolutamente credibile”.

Per i Centri di assistenza fiscale l’Isee potrebbe avere un ulteriore sviluppo. “La nostra idea – ha detto Mauro Soldini, coordinatore nazionale della Consulta dei Caf e presidente del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil – è che l’Indicatore possa divenire uno strumento più efficace per il perseguimento di obiettivi più ampi di equità, oltre che di perequazione sociale, consentendo così di avere un quadro più preciso della situazione delle persone e delle famiglie. In prospettiva, potrebbe diventare uno strumento di riequilibrio anche nelle politiche di welfare sempre più legate alla leva fiscale”. In questo senso, conclude Soldini, è possibile “immaginare un ruolo dei Caf sempre più incisivo e capillare a supporto delle famiglie: penso al nostro impegno già profuso in ambito locale, come i bonus energia, e a tutti quei diritti che ancora non riescono a essere effettivi”.