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Allarme Isee, a fine settembre s'interrompe il servizio

Da quella data l'Inps non garantirà più il compenso economico. Eppure per coprire l'ultimo trimestre basterebbe 20 milioni di euro: "Una goccia nel mare - spiega Mauro Soldini, coordinatore nazionale della Consulta dei Caf - del bilancio dell'Istituto"

Il misuratore della condizione economica, l'Isee, così come riformato dal 2015, è ormai un documento fondamentale. Sono milioni, infatti, le famiglie italiane che dall’inizio dell’anno si sono rivolte ai Centri di assistenza fiscale per presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e ottenere dall’Inps la certificazione dell’Indicatore. Un documento, è bene rimarcarlo, che oggi può garantire certamente una maggiore equità nell'accesso alla nuova misura del Reddito di inclusione (Rei), approvata dal Consiglio dei ministri del 29 agosto scorso.

Ma in questi mesi di proclami, spiega Mauro Soldini, coordinatore nazionale della Consulta dei Caf e presidente del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil, pochi “hanno sottolineato che l'Isee stesso, o meglio la Dichiarazione sostitutiva unica, utile alla richiesta del calcolo del proprio Isee all'Inps, non sarà più accessibile alle famiglie, tramite l'assistenza dei Caf, a partire da questo mese di settembre”.

Il 97 per cento delle Dichiarazioni (Dsu) transitano attraverso i Centri di assistenza fiscale “grazie a una convenzione – continua Soldini - con l'Istituto che non garantirà più il compenso economico da quella data, e che non è certamente attrezzato, perché da sempre convenzionato, a rispondere alle istanze dei cittadini su questo specifico servizio. A meno che non ci si voglia lavare le mani, sostenendo che vi è la possibilità di prodursi in autonomia la Dsu attraverso i servizi online dell'Inps, non considerando la complessità della Dichiarazione e il digital divide”.

Il valore necessario alla copertura economica “dell'ultimo trimestre dell'anno – conclude il coordinatore nazionale della Consulta dei Caf e presidente del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil -, con un compenso ai Centri di assistenza fiscale che soddisfa il 60 per cento del costo industriale di una Dichiarazione sostitutiva unica (che non può essere ulteriormente tariffata al cittadino a differenza del modello 730) è di circa 20 milioni di euro. Una goccia nel mare del bilancio dell'Inps, ma anche dello stanziamento del governo sul Reddito di inclusione”.