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La storia infinita degli 80 euro: serve un po’ di chiarezza

“Questo bonus tanto chiacchierato, ma anche tanto enfatizzato, tornato in questi giorni alla ribalta della cronaca per coloro che lo devono restituire, ha un peccato originale: è un provvedimento selettivo – fuori o dentro – non proporzionale, che conferma la logica sbagliata della politica fiscale degli ultimi anni, sempre meno progressiva”. Lo ha detto Mauro Soldini, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, intervistato da SkyTg24 Economia.

A ciò si aggiunge il dato politico negativo più significativo: l’iniquità di un provvedimento rivolto solo ai lavoratori e non anche ai pensionati. Un tema, questo, sollevato ancora recentemente dai sindacati dei pensionati di Cgil Cisl e Uil nel corso della grande mobilitazione di maggio nella quale è stata ribadita la richiesta di estendere la misura alle pensioni più basse per ripristinare l’equità che il provvedimento merita.

Venendo al problema più immediato, che vede alcuni lavoratori chiamati a restituire il bonus, Soldini ha ricostruito il quadro normativo che lo regola, ricordando che spetta per intero se il reddito complessivo del lavoratore non supera 24.000 euro. Spetta invece in misura decrescente per la fascia tra i 24.000 e i 26.000 euro.

Oltre alla condizione reddituale, il contribuente deve possedere redditi di lavoro dipendente per i quali c'è capienza. È il caso in cui l'imposta sul reddito da lavoro dipendente, meno le detrazioni da lavoro dipendente, dà un risultato positivo, senza tenere ulteriormente conto di altre eventuali detrazioni (per carichi di famiglia o detrazioni per oneri).

La polemica di questi giorni sulla restituzione da parte di alcuni lavoratori merita gli opportuni chiarimenti. Il bonus, che viene corrisposto dal datore di lavoro, potrebbe in effetti non spettare e il contribuente lo dovrà restituire nel caso in cui:
- il datore di lavoro l'ha erogato perché il reddito che corrisponde è inferiore a 26.000 eurol, ma il contribuente possiede anche altri redditi che fanno superare tale cifra;
- il contribuente ha due sostituti d'imposta in contemporanea (es. 2 part-time) che singolarmente non superano il limite ed entrambi erogano il bonus (quindi il contribuente lo prende due volte);
- il contribuente lavora prima da un sostituto, poi da un altro. Se il secondo non conosce il reddito percepito dal primo e la somma dei due supera il limite, il bonus deve essere restituito;
- il contribuente è incapiente.

Il presidente del Consorzio del Caaf Cgil ha anche ricordato che in generale il bonus deve essere restituito se, dalla verifica della situazione annuale, vengono riscontrati elementi che determinano per legge il mancato diritto. D’altronde, in sede di dichiarazione dei redditi, il bonus viene sempre ricalcolato, quindi già per l'anno d'imposta 2014 (bonus erogato per 640 euro) la restituzione è avvenuta con la dichiarazione dei redditi predisposta nel 2015 e così avverrà per la campagna del 730 in corso.

Un’ulteriore buona ragione per rivolgersi ai Caf per controllare, integrare e far trasmettere la propria dichiarazione dei redditi, affidandosi alla loro provata esperienza fiscale.